PALERMITI

Fra le montagne delle Serre ed il Golfo di Squillace, incontriamo, adagiato su una collina, il Comune di Palermiti. La storia ci racconta che, attorno al 1509, questo luogo venne scelto per la sua posizione, le campagne verdi e gli splendidi uliveti, da un gruppo di profughi provenienti da Palermo, arrivati su questo colle per sfuggire alle persecuzioni ed alle inquisizioni. I nuovi arrivati, per lo più profughi appartenenti a ricche famiglie di mercanti di Palermo, iniziarono a costruire le loro abitazioni in muratura nella parte più alta del colle, decidendo poi di dare un nome a questo luogo ospitale, appunto “Palermiti” come la loro città d’origine. Palermiti fu frazione di Squillace fino al 1705, momento in cui divenne un’entità giuridica autonoma.

La lavorazione del pane

Il pane di Palermiti

La storia di Palermiti e dei suoi abitanti, oltre che da avvenimenti storici, è scandita anche da avvenimenti miracolosi: fra questi il miracolo del 1720, periodo dell’apparizione del cosiddetto “Dipinto del Murorotto”.

Paesaggio

Si narra che un gruppo di contadini originari di San Vito sullo Ionio stava tornando dalle campagne, quando notarono una strana luce tra i cespugli di rovi che ricoprivano i ruderi di una vecchia diga indicati con il nome di “murorotto”. I contadini raggiunsero immediatamente quel punto e, rimosse le erbacce e i rovi che ricoprivano il muro, trovarono un vetusto dipinto di una Madonna con vesti azzurre e rosse, con Gesù Bambino e una fiaccola accesa nella mano destra. Presto i fedeli si preoccuparono di dare al quadro una sistemazione migliore, toglierlo dal muro però fu tutt’altro che facile. Nessuno riusciva a staccarlo. Dopo innumerevoli tentativi, un muratore di Palermiti riuscì nell’impresa. Si accese subito una discussione su dove portare l’affresco conteso da tutti i paesi del circondario, ma alla fine fu accolta una proposta: il dipinto, collocato su un carro trainato da buoi, avrebbe scelto da solo la sua destinazione.

Fontana Pietraelisa

Dopo aver girovagato per i centri del circondario, il carro si fermò a Palermiti, e da allora i palermitesi festeggiano con molta gioia e devozione la festa della Madonna della Luce, in onore di questo avvenimento. Lì dove i buoi si inginocchiarono venne sistemato l’affresco, nella chiesa di San Giusto, poi distrutta dal terremoto del 1783. Oggi la tela è conservata nella chiesa matrice che, si tramanda, sia stata costruita nel punto esatto in cui una donna vide la Madonna della Luce trasportare sulla testa delle pietre, quasi una scelta divina del posto in cui edificare la struttura sacra. La Chiesa venne ultimata nel 1904 ed i dipinti decorativi al suo interno vennero eseguiti dal pittore Giuseppe Murmura da Pizzo e dal pittore M. Zimatore.
Un altro degli edifici di rilevante importanza del Comune è una tenuta baronale di campagna, inserita in un insediamento rurale del quale fanno parte anche il casale, le scuderie ed una piccola Chiesa per le funzioni religiose. La costruzione risale al tardo 1700, con una struttura molto interessante, con grosse travi in legno di castagno, tutt’ora integre e molto resistenti.

Santuario parrocchiale della Madonna della Luce

Alta stele della Madonna della Luce

Palermiti presenta un caratteristico centro storico che ha mantenuto intatto il fascino dei borghi settecenteschi. Di particolare rilievo lo stile mediterraneo dell’architettura con i caratteristici picchiatoi dei portali e con le viuzze strette e le case addossate le une alle altre.
Qui si diffonde un profumo inebriante di pane appena cotto nei forni che, da generazioni, tutelano la produzione del buon pane.

 

Testi e immagini sono tratti dalla pubblicazione “Le Terre del Sole“. Foto di Giuseppe Burdino.