SQUILLACE

Fondata probabilmente da ateniesi o calcidesi, Squillace fu chiamata dai greci “Skylletion”. A seguito divenne colonia romana col nome Scolacium. Dopo la caduta dell’impero romano fu invasa dai goti, passò ai bizantini e più volte fu assalita dai saraceni. Sotto i normanni fu elevata a contea e divenne feudo di Guglielmo Monfort nella seconda metà del XIII secolo. Assegnata in seguito ai Marzano, sul finire del Quattrocento, fu eretta a principato da Federico d’Aragona, il quale la diede in dote alla figlia, andata in sposa ad un Borgia. Rimasta a lungo a questa nobile casata, verso la metà del XVIII secolo fu concessa ai marchesi De Gregorio di Messina. Antica sede vescovile, fu danneggiata dal terremoto della seconda metà del Settecento.

Le ceramiche di Squillace

Considerata Comune del cantone di Catanzaro, ai tempi della Repubblica partenopea, all’inizio del XIX secolo, venne elevata a capoluogo dapprima di un governo comprendente diverse università e poi del circondario composto da Sant’Elia, Amaroni, Palermiti e Stalettì. Nel panorama artistico ed architettonico ritroviamo numerosi edifici ed opere fra cui il Castello Normanno, detto di Borgia, che sorse sulle strutture del Monasterium Castellanese, fondato da Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, epigono del filosofo matematico Pitagora, divenuto poi una fortificazione bizantina e successivamente colpito da diverse dominazioni: musulmane, dei Normanni, Sveva, Angioina ed infine quella dei Monfort. Presente sul territorio anche una imponente Cattedrale, il Duomo, risalente al 598 d.C. recentemente elevata alla dignità di Basilica Minore. La prima fonte che determina la sua esistenza risale a Papa S. Gregorio Magno che ne attesta la costruzione nella zona “Castrum Quod Scillacium Dicitur”.

Ponte Romano del Diavolo

Nel 1995 venne ritrovata al suo interno l’urna contenente le ossa del Beato Antonio da Olivadi che si pensavano disperse durante il terremoto del 1783, invece, inaspettatamente nel 1995 è stata rinvenuta dentro il monumento funebre del Vescovo Nicola Notaris, che evidentemente l’aveva gelosamente nascosta al momento della consacrazione del nuovo tempio sacro nel 1798. Fra i tanti edifici religiosi di Squillace ritroviamo anche i ruderi del Monastero di Santa Chiara, risalente al 1604, che inizialmente ospitava 16 suore osservanti la stretta regola di Chiara di Assisi. In seguito agli eventi sismici il monastero venne parzialmente distrutto e, ad oggi, sono visibili gli splendidi elementi interni e la facciata alla destra della quale si erige il campanile.

Castello Normanno

Di particolare bellezza è la Chiesa di Santa Maria della Pietà, edificata nel XIII secolo che rappresenta un vero esempio di architettura gotica in Calabria. Di costruzione a pianta quadrata, ha un grosso pilastro al centro che regge la volta a crociera. Proseguendo nel Comune di Squillace si ammira la Chiesa dell’Immacolata, sulla cui facciata è presente un interessante campana artistica, fra le più antiche della zona, risalente alla fine del 1500. Squillace è culla di un’antica tradizione della lavorazione della ceramica. La tecnica delle ceramiche ingobbiata e graffita di Squillace è di impronta bizantina. L’ingobbio, che è una particolare tecnica “decorativa” a graffio, rappresenta proprio il codice identificativo della ceramica squillacese, di un caldo colore rosso-scuro. Squillace è nota anche per il suo magnifico Golfo che, situato sulla costa ionica, si estende da isola Capo Rizzuto fino a punta Stilo di Monasterace. In antichità era noto come Scylleticus Sinus, dall’antica città costiera di Skylletion. Oggi, quindi, è ambita meta turistica culturale e balneare.


Monastero di Santa Chiara


Il Duomo

 

Testi e immagini sono tratti dalla pubblicazione “Le Terre del Sole“. Foto di Giuseppe Burdino.